Perché fare formazione in azienda
Che si tratti di una grande organizzazione o di un’azienda a gestione familiare, la formazione costituisce uno degli strumenti più forti per crescere e per aumentare l’efficacia del lavoro di tutti i collaboratori, e tramite la formazione finanziata lo si può fare gratuitamente.
Formarsi e formare significa dare valore alla propria azienda perché
- Si acquisiscono nuove competenze nel lavoro pratico e perciò si cresce.
- Si acquisiscono nuove strategie per gestire il lavoro e lo stress e si lavora in modo più efficace.
- Aumenta la coesione del team e perciò le persone lavorano con più piacere.
- I dipendenti percepiscono l’interesse da parte dell’azienda e ricambiano impegnandosi di più.
Formazione come modifica della cultura organizzativa
La formazione si inserisce tra le azioni per modificare la cultura organizzativa e orientarla verso l’innovazione e la fiducia, con enormi ricadute a livello di performance e benessere, sia individuale che organizzativo. Questa modifica è una delle sfide dei prossimi anni per le aziende: chi non cambia in tempo rischia di chiudere.
Ne ho parlato diffusamente in questo articolo:
Formazione: solo competenze tecniche?
Esistono diversi tipi di formazione, sui temi più diversi e per collaboratori a tutti i livelli.
L’importante è togliersi dalla testa l’idea che formazione significhi solo lezione frontale per acquisire nuove competenze tecniche (ad esempio l’utilizzo di uno strumento o un macchinario). Questa è sicuramente una formazione utile per l’azienda, ma non l’unica!
Nel mondo di oggi le competenze trasversali rivestono un ruolo più che fondamentale. Con questo termine si intendono tutte quelle capacità della persona legate al modo di vivere l’ambiente di lavoro e di approcciarsi alle attività quotidiane. Possiamo pensare alla comunicazione in azienda, alla capacità di intrattenere relazioni interpersonali sane ed efficaci, sapere come organizzare il lavoro e come gestire i tempi, saper riconoscere eventuali sintomi di disagio per mettere in atto delle azioni correttive efficaci.
Per chi guida l’azienda è fondamentale sapere come gestire il cambiamento che oggi viaggia a ritmi sempre più serrati. Si tratta di avere competenze gestionali in relazione al lavoro che viene fatto in azienda ma si tratta di sapere anche come gestire adeguatamente i propri collaboratori in modo che non emergano conseguenze spiacevoli come possono esserlo i cali di produttività, l’assenteismo, il turnover e il malessere generalizzato. Con conseguenze anche economiche che vanno molto oltre all’eventuale costo della formazione o della consulenza di un esperto. (Provare per credere).
Formazione: quanto mi costi
L’idea che prevale è che la formazione sia una spesa che in momenti di crisi non ci si può permettere. Nulla di più sbagliato. È proprio in momenti di crisi che un supporto esperto può fare la differenza nel successo o nel fallimento della nostra impresa.
Philip Kotler, uno che sicuramente sa il fatto suo, una volta disse: le aziende prestano troppa attenzione a quanto costa fare certe cose. Dovrebbero preoccuparsi di più di quanto costa non farle.
Quanta ragione, caro Philip.
MA c’è un’ottima notizia: puoi pagare la formazione in azienda tramite diversi fondi nazionali e internazionali, che ricadono sotto il nome di “formazione finanziata”. E le aziende possono accedervi gratuitamente.
Vediamo ora come funziona.
Formazione finanziata: cos’è
La formazione finanziata è una tipologia di formazione pagata dalle istituzioni. Regioni, Stato, Europa.
I fondi per la formazione derivano generalmente da una certa percentuale di tasse (che sarebbero comunque destinate alla contribuzione obbligatoria) che le aziende possono decidere di dirottare verso tali fondi, previa iscrizione (gratuita). È poi possibile accedervi in base alla tipologia di progetto formativo che si vuole portare avanti.
Le tipologie di fondi sono diverse e le modalità di accesso si differenziano. Perciò facciamo chiarezza.
Tipologie di fondi per la formazione finanziata e come accedervi
Le tipologie di fondi di cui parleremo sono due: i fondi paritetici interprofessionali e il fondo sociale europeo (FSE).
Inoltre, fino a dicembre 2022 è possibile usufruire di ulteriori interessanti agevolazioni, di cui parleremo.
Fondi paritetici interprofessionali: cosa sono?
I fondi paritetici interprofessionali, anche detti fondi interprofessionali, sono disponibili a livello nazionale e sono disciplinati dalla L. 388/2000.
Per usufruire di questi fondi l’azienda ha due possibilità:
- iscriversi ad uno dei fondi esistenti e indicare la volontà di “dirottare” lo 0,30% della busta paga dei dipendenti, percentuale che generalmente va all’INPS, verso questi fondi e poi partecipare ai bandi indetti.
- iscriversi ad uno dei fondi esistenti al fine di accantonare lo 0,30% in un proprio “conto formazione” e attingervi periodicamente.
Per ognuna di queste possibilità, l’iscrizione è gratuita ed è conveniente perché quella percentuale di tasse può essere riutilizzata dall’azienda invece che essere versata all’INPS.
Nel primo caso il fondo raccoglie i contributi di tutte le aziende partecipanti e periodicamente vengono pubblicati dei bandi (avvisi) a cui è possibile partecipare con un progetto formativo al fine di vedersi assegnate le risorse per la formazione.
I bandi possono essere territoriali, settoriali o generalisti (aperti a tutte le aziende iscritte al fondo). Ogni bando ha comunque vincoli specifici per la partecipazione (tipologia di azienda, n° di dipendenti…).
Attenzione: per vincere il bando è necessario che il progetto risponda a determinati criteri di progettazione, perciò è utile prevedere una figura interna o esterna all’azienda che se ne occupi.
Nel secondo caso (conto formazione), invece, non è necessario vincere un bando per usufruire di tali fondi – e perciò può sembrare la modalità più sicura – ma i fondi a cui è possibile accedere sono molto minori perché solo relativi ai contributi versati dalla propria azienda, da cui il fondo trattiene una percentuale variabile per i costi di gestione. Tenendo conto che lo 0,30% è veramente una percentuale irrisoria, è consigliabile solo per grandi aziende.
Vincendo un bando invece è possibile accedere a fondi più sostanziosi, ergo è possibile finanziare una formazione migliore.
Fondi paritetici interprofessionali: come accedere?
Per accedere è necessario innanzitutto visitare i siti web dei diversi fondi (vedi l’elenco sottostante) per valutarne le modalità di accesso e verificare la coerenza con il proprio settore. I fondi, infatti, si differenziano anche in base al settore e alla tipologia di formazione che si vuole erogare.
Una volta fatto questo, sarà sufficiente contattare il proprio consulente del lavoro (se presente) e comunicargli la volontà di aderire ad uno specifico fondo tramite il modello di denuncia contributiva mensile UNIEMENS (come previsto dalla Circolare INPS n° 107/2009).
Se è il datore di lavoro a compilare la richiesta, dovrà svolgere le seguenti azioni:
- Accedere a UNIEMENS ed entrare nella sezione Gestione Denuncia Aziendale, quindi selezionare la data di contribuzione, matricola e nome dell’azienda.
- Nella sezione Fondi Interprofessionali selezionare il codice del fondo prescelto e il numero di lavoratori dell’azienda.
Il datore di lavoro non dovrà calcolare nulla: sarà l’Inps a determinare mensilmente le risorse da destinare al fondo.
Elenco dei principali fondi per la formazione finanziata
- Fondartigianato
- Fon.Coop
- Fondimpresa
- Fondo Dirigenti PMI
- FAPI
- FONDIR
- FOR.TE.
- Fondirigenti
- FON.TER
- Fondoprofessioni
- Fond.E.R.
- Fon.Ar.Com
- For.Agri
- Fondo Banche Assicurazioni
- Formazienda
- Fonditalia
- Fondo Formazione Servizi pubblici industriali
- FondoLavoro
Formazione finanziata: bandi formativi con il Fondo Sociale Europeo (FSE)
A livello europeo è possibile usufruire del Fondo Sociale Europeo (FSE). L’unione europea mette a disposizione dei fondi che vengono poi recepiti e gestiti dalle regioni, che indicono specifici bandi.
In questo caso le modalità di accesso e la tipologia di formazione che è possibile finanziare variano da regione a regione, perciò è consigliabile visitare le pagine web regionali dedicate.
La particolarità e il vantaggio di questi fondi è che molto spesso è possibile finanziare non solo l’attività formativa in sé ma anche ciò che ci gira intorno: strumentazione, ore di lavoro dei dipendenti, trasferte e altro.
Lascio qui un sito da salvare immediatamente: Contributi Europa
Si tratta di un portale per professionisti, imprese e consulenti per reperire informazioni sulle opportunità agevolative operative ed in fase di attivazione a livello regionale, nazionale e comunitario. Mai più senza.
Agevolazioni 2021: un’ulteriore opportunità per finanziare la formazione.
Fino al 31 dicembre 2022 è possibile usufruire di un’ulteriore possibilità molto interessante.
La Legge di Bilancio 2021, infatti, introduce degli incentivi previsti dal Piano Nazionale “Transizione 4.0”: l’azienda può richiedere il credito d’imposta per le spese sostenute per la formazione dei dipendenti in merito all’acquisizione delle competenze che rientrano nell’ambito della trasformazione tecnologica e digitale. Ciò significa risparmiare dal 30% al 60% del costo della formazione.
Per un approfondimento e per capire come usufruirne consiglio la lettura di questo articolo:
A chi rivolgersi per usufruire della formazione finanziata?
Come già accennato, per vincere il bando ed usufruire della formazione finanziata è necessario presentare un progetto formativo che non solo compia tutti i requisiti richiesti, ma abbia anche caratteristiche metodologiche adeguate, e perché no, che utilizzi strumenti e tecniche innovative.
Così aumenterà la probabilità di successo da un lato, e dall’altro si darà una formazione di vero valore ai propri collaboratori. Cosa che, ricordiamo, è funzionale alla performance dell’azienda.
Sono perciò richieste competenze di progettazione, di gestione e di rendicontazione. Se all’interno dell’azienda non è presente un esperto di formazione è consigliabile rivolgersi a dei consulenti che si occupino di progettazione formativa (meglio se si occupano nello specifico di formazione finanziata), che possono essere rintracciati sul web anche sotto il nome di “Progettisti della formazione”. Solitamente sono Formatori, Psicologi o Consulenti HR a rivestire questo ruolo.
In alternativa è possibile rivolgersi ad un Ente di Formazione.
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